1827, Bartolomeo Gera, importante esponente della vita culturale coneglianese, commissionò la progettazione del suo sogno a G. Jappelli. Adagiata sulla collina del Castello, villa Gera domina la città, offrendo allo sguardo la bella facciata neoclassica a 8 colonne ioniche sormontate da un maestoso timpano, le cui sculture, raffiguranti l’Architettura che ospita le Arti Sorelle, sono opera di M. Casagrande, rinomato scultore dell’epoca e avviato all’arte dallo stesso B. Gera. L’ampio salone al piano nobile fu affrescato nel 1837, sempre per volere dell’infaticabile committente, da G. A. De Min che, contravvenendo a tutti gli accordi presi, decise di rappresentare emblematiche scene tratte dal “De bello gallico” e da altri episodi della vita di Giulio Cesare, che ritraggono la tumultuosa storia degli Elvezi, con evidenti riferimenti alla dominazione asburgica nel Lombardo Veneto.
Per la sua bellezza e per la posizione strategica, la Villa fu molto ambita e contesa nella sua storia: austriaci, gerarchi fascisti, profughi e ospiti a vario titolo. Nel settembre del 1943, l’ala orientale fu devastata da un furioso incendio di cui sono ancora visibili i segni e le rovine.